Ieri pomeriggio, più o meno all'orario di pranzo su Rai 3 c'era un servizio approfondito sul premio Amalfi Coast Media Award: il premio internazionale dell'informazione, che seleziona i migliori giornalisti dell'anno, sia italiani che internazionali, allo scopo di esaltare il giornalismo moderno senza rinunciare a quello tradizionale.
In particolare il servizio si concentrava su due dei vari premi, intervistando approfonditamente le vincitrici: Barbara Serra, di Al Jazeera, come migliore giornalista italiana all'estero, e Petra Reski come vincitrice del premio internazionale.
Petra Reski è una giornalista tedesca del settimanale Die Zeit che, inviata in Italia per un reportage sulla primavera a Palermo, decide di rimanerci per approfondire il tema della mafia e capirlo meglio. Poco tempo dopo conosce un veneziano che diventerà suo marito e si trasferisce per lui da Amburgo a Venezia.
Nel 2008, in Germania esce il suo libro sulla Mafia: "Mafia. Von Paten, pizzerien und falschen priestern" (Mafia. Di padrini, pizzerie e falsi preti.), un libro-inchiesta sulla 'ndrangheta in Germania, tornata alla ribalta dopo la strage di Duisburg.
Petra Reski ha spiegato nella sua intervista a Rai3 di come i tedeschi non riescano a capire la mafia e la sua logica (anche io, in quanto italiana, faccio molta fatica, devo ammettere!) e la sentano come un fenomeno molto lontano, relegato al solo Sud dell'Italia. Reski invece sostiene che non è più solo un problema Italiano, ma un problema Europeo, in quanto la mafia si è infiltrata ormai in quasi tutti i paesi della comunità.
A causa del suo libro, Petra Reski ha ricevuto delle serie minacce e la seconda edizione del suo libro è stata addirittuara bloccata da alcuni personaggi da lei citati, risultati poi indagati per riciclaggio e per aver coperto la fuga di due latitanti.
Il libro non è stato tutt'ora tradotto in italiano.
lunedì 27 luglio 2009
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